lunedì 15 settembre 2008

CUBA - Matanzas

Venerdì 15 Agosto

Sveglia alle 8 e colazione luculliana nella casa. Daisy ci ha fritto le ovette, preparato il succo di papaia, pulito la frutta, scaldato il latte, preparato un dolce tipico cubano, il caffè e tostato il pane (a me ha anche offerto vitamina C e miele per la tosse… che tesoro!). Come al solito Ale comincia a preoccuparsi per l’effetto che può avere tutto ciò sul suo stomaco delicato. Io divoro tutto con non curanza! Usciamo per visitare la cittadina. Cominciamo il nostro cammino a piedi e come da indicazioni di Daisy appena adocchiamo un carretto chiediamo quanto costa per il centro. Ci rispondono 5 pesos e io rifiuto rispondendo che è troppo…cavolo 5 pesos, considerando che un pesos convertibile vale circa 80 centesimi di euro, è tanto per fare un tragitto così breve. Scopro poi invece che voleva pesos cubani (24 pesos cubani valgono un peso convertibile). Vabbè non importa ormai ci incamminiamo a piedi anche perché per ora non abbiamo pesos cubani. Nel tragitto incontriamo una coda di persone ferme e un tizio che dirige, proviamo a chiedere informazioni e lui ci invita ad attendere insieme agli altri un passaggio. Insomma in un attimo ci troviamo sulla macchina di un tizio che ci accompagna gratis alla nostra destinazione. Compriamo in banca dei pesos cubani per essere pronti per le prossime occasioni e cominciamo il giro per Matanzas. Niente di ché, ma sicuramente valida per farsi una idea di come vivono i cubani dato che non si tratta di un posto turistico (siamo quasi i soli turisti che girano per le strade di questa città). Ci facciamo un boccalone di birra in un bar mentre guardiamo la partita olimpica di pallavolo Cuba / Giappone e poi, cotti dal sole ormai allo zenit, torniamo a casa per un riposino. Nel pomeriggio usciamo nuovamente per andare in spiaggia. Cerchiamo di capire se c’è né una a Matanzas ma alla fine decidiamo di spingerci fino a Varadero riuscendo a salire sull’autobus che trasporta i dipendenti dei resort. Ale dà all’autista 10 pesos cubani (probabilmente lui voleva i convertibili) e in una oretta siamo su una splendida spiaggia tropicale. Tutto molto facile. Solo all’andata però perché tornare sarà un disastro. L’autista ci aveva detto che sarebbe ripassato dove ci stava lasciando per le 7. Noi puntuali insieme ai cubani ci mettiamo in strada ad attendere il suo passaggio.. invano però. Corriamo avanti e indietro insieme a loro per raggiungere le varie fermate casuali degli autobus ma nessuno va a Matanzas. Ale rompe le ciabatte e quindi comincia a correre a piedi nudi sull’asfalto con i cubani che lo prendono in giro e gli urlano “Corri che se no perdi la guagua!” (guagua = autobus). Non vi dico che risate! Per lo meno per me! Alle 8 Daisy ci aspettava per la cena e quindi ci arrendiamo e prendiamo un taxi che ci costerà 30 pesos. Doccia e cena. Tutto molto buono, fino al dolce per lo meno che con sua grande soddisfazione e nostro sgomento Daisy ci presenta. Aiuto! E’ una di quelle torte pannosissime che si vedono girare senza nessuna protezione per strada, in bici e sugli autobus. Per non offenderla ci tocca assaggiarla… è terribilmente dolce e ci lega la bocca che solo un bicchierone di birra riesce a salvarci dal soffocamento.

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