lunedì 15 settembre 2008

CUBA - Cienfuegos 2

Domenica 17 Agosto – Cienfuegos e Rancho Luna

Solita colazione a base di frutta, uova e caffè e pronti per uscire. Ci dirigiamo verso il centro e ci imbattiamo nella sfilata di carnevale dei bimbi. Molto carina. Poi cominciamo la disperata ricerca di un taxi che ci porti a Rancho Luna, la spiaggia più vicina che comunque si trova a una 20ina di km. Non se ne trova uno… nessuno lavora oggi, è domenica ed è pure festa. Ci dirigiamo verso Punta Gorda, l’estremità ovest della città che corrisponde con la punta della penisola. Lì cominciamo a notare che stanno mettendo dei pannelli di legno alle finestre dei palazzi. Sarà che sta arrivando un uragano? Incuranti ci fermiamo a mangiare pesce in un localino vista mare. Usciti di lì sul ritorno vediamo un taxi e ci accordiamo per il trasporto fino alla spiaggia di Rancho Luna e per il ritorno alle 6. Passiamo un sereno pomeriggio in spiaggia ammirando i cubani al mare che trincano intere bottiglie di rum facendosi il bagno e giocano a un gioco con il pallone che prevede la fustigazione tramite pallonata di chi sbaglia. A rimetterci sarà sempre un povero nonnino un po’ alticcio. Alle 5 ci stufiamo, ci rivestiamo e cominciamo a incamminarci al bar dove troviamo già ad attenderci il tassista che vuole andar via un po’ prima perché sta arrivando la tempesta tropicale. E quindi presto andiamo via. Durante il tragitto, più o meno a metà strada, il nostro taxi però ci abbandona, nel senso che si ferma e non ne vuole sapere di ripartire, nonostante i tentativi dell’autista di ponticellare i cavi con dei cavetti di legno. Naturalmente avevamo preso uno di quei mezzi scassatissimi, molto probabilmente non autorizzati. Alessandro dopo aver guardato nel cofano dove non compariva nessuno di quei componenti essenziali di un motore ancora ora si chiede come potesse camminare. Insomma fermi su un ponte con l’arrivo di un uragano abbiamo cominciato a temere il peggio. Dopo una mezz’oretta passa un’auto che si ferma e dopo una chiacchierata con il nostro autista ci carica, scopriamo solo dopo che non era un buon samaritano ma bensì un tassista abusivo che oltre a due del posto si è offerto di caricare anche noi. Così, oltre aver sborsato i soldi al tizio appiedato perché ci spiaceva mollarlo lì, abbiamo dovuto pagare anche lui. E vabbè! L’uragano comunque non è arrivato. C’è stato soltanto un po’ di vento “banano” (come lo definiscono Alberto e Bertha, i proprietari della casa dove alloggiamo) seguito durante la notte da un forte temporale.

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